Società Università Lecce 

Autonomia differenziata e LEP, le ricadute su territorio e università

L'evento è organizzato per sabato 6 aprile da Anief Unisalento e Cobas Unisalento.

Avrà luogo sabato 6 aprile, alle ore 9:30, presso l’aula 2 dell’edificio 6 di Studium 2000 – Università del Salento (via di Valesio, Lecce), il convegno ''Autonomia differenziata e LEP – Le ricadute su territorio e università'' organizzato da Anief Unisalento e Cobas Unisalento con il patrocinio dell’Università del Salento. Il convegno intende approfondire il progetto di Legge Calderoli sull’Autonomia differenziata per comprendere in che modo tale progetto rischi di disgregare il sistema Italia svuotando i principi di coesione dei territori e di uguaglianza dei cittadini e aumentando i divari regionali già oggi molto elevati.

Dopo i saluti istituzionali della prorettrice vicaria Maria Antonietta Aiello, seguiranno le relazioni, coordinate da Maurizia Pierri (docente di Diritto Pubblico Comparato, università del Salento), dei docenti: Salvatore Cingari (Storia delle dottrine politiche, Università per Stranieri Perugia), Guglielmo Forges Davanzati (Economia politica, Università del Salento), Laura Marchetti (Didattica e pedagogia speciale, Università Mediterranea Reggio Calabria), Pier Luigi Portaluri (Diritto amministrativo, Università del Salento), Vincenzo Tondi della Mura (Diritto costituzionale, Università del Salento).

Il confronto mira ad evidenziare i rischi che l’autonomia differenziata comporta, come ad esempio la mercantilizzazione delle prestazioni essenziali che caratterizzano i diritti di cittadinanza e la distruzione dello Stato sociale. Ci si interrogherà sulle conseguenze della regionalizzazione della scuola e dell’intero sistema formativo le cui sorti sono inevitabilmente legate alle risorse del territorio, notoriamente gravemente sbilanciate a sfavore del Sud.

Le retribuzioni del personale, i sistemi di valutazione e reclutamento, il welfare studentesco e i percorsi educativi, corrono il concreto rischio di essere enormemente differenziati con gravissime ricadute sulla stessa qualità dei servizi erogati e sulla coesione culturale e sociale del Paese.

Un altro aspetto che verrà affrontato è quello della riforma che si prevede venga realizzata a costo zero, nonché la frettolosa definizione dei Livelli essenziali di prestazioni (LEP), esclusi per ben nove delle ventitré materie individuate, insufficienti a garantire omogeneità a tutti i cittadini nel godimento delle prestazioni essenziali.


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