Società 

Seccia su intimidazioni: «Sotterrare asce di guerra elettorale per il bene comune»

L'intervento dell'arcivescovo della città dopo gli episodi che coinvolgono Stefanazzi e Delli Noci

«Non ci sono parole per commentare l’ignobile fatto di cronaca che in questi giorni - come se non bastassero i veleni della campagna elettorale per l’elezione del sindaco di Lecce appena conclusa – ha ancor di più turbato la quotidianità della vita dei leccesi». L'arcivescovo di Lecce mons. Seccia commenta così il grave atto intimidatorio ai danni di Claudio Stefanazzi e Alessandr Delli Noci.
«Ma non basta lo sdegno, la mia è una netta condanna al vile gesto compiuto ai danni dei due esponenti politici. Lavorare insieme per il bene comune, come ho ribadito l’altro giorno rivolgendo il mio augurio al nuovo sindaco della città, è una scelta nobile che non ammette pause e soprattutto non può essere oggetto di insulti, ingiurie, intimidazioni e tantomeno di minacce, velate o palesi che siano».
«Mentre confermo la mia stima, la mia personale vicinanza e la solidarietà di tutta la comunità diocesana nei confronti di Stefanazzi e Delli Noci, spero tanto che gli investigatori, nell’esercizio del loro silenzioso e lodevole servizio, risalgano al più presto agli autori di tale atto criminoso perché chi lo ha commesso venga punito secondo ciò che prescrivono le regole di sana convivenza.
Ai vincitori e ai vinti, agli eletti e ai non eletti chiedo un atto di coraggio: sotterrate le asce della ‘battaglia elettorale’ e rimboccatevi le maniche del confronto dialettico affinché la rappresentanza civica assegnata dal voto democratico sia ai membri della maggioranza che a quelli dell'opposizione, che si presume siano i 'migliori' tra noi, divenga strumento di unità e concorra al bene comune. A tutti i cittadini leccesi auguro giorni migliori affinché la pace sociale torni ad essere il leit motiv della vita della comunità civile alla ricerca continua di un fecondo dialogo che può generare solo frutti di sviluppo e di benessere per tutti, soprattutto per i più bisognosi».

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