Solidarietà 

Donazione del cordone ombelicale, Adisco promuove un incontro

Il dott. Giuseppe Garrisi, ginecologo salentino è dal 2017 presidente nazionale Adisco:

L’Associazione Donatrici Italiane Sangue di Cordone Ombelicale (Adisco) è un movimento di volontari che dal 1995 opera per diffondere la cultura della donazione di sangue cordonale con l’obiettivo di favorire una raccolta più capillare e sistematica in tutto il Paese. Perché è importante donare? Spiega il dott. Giuseppe Garrisi, ginecologo salentino e dal 2017 presidente nazionale Adisco: “Il sangue del cordone ombelicale contiene le cellule staminali, fondamentali per la cura di gravi malattie ematologiche ed è questo l’aspetto più rilevante. Va sottolineato che la donazione non comporta alcun rischio né per la mamma né per il bambino, poiché il prelievo viene eseguito quando il cordone è già stato reciso e il neonato è affidato alle cure pediatriche. Importante, poi, ricordare che la donazione è volontaria e gratuita: nessun costo, in nessuna delle fasi sarà a carico della donatrice e dei familiari. Infine, in caso di necessità l’unità cordonale può essere richiesta ed utilizzata senza alcun onere per la coppia, per il bambino stesso o per un familiare compatibile. Credo che questi semplici elementi possano far comprendere l’utilità e la bontà di una mission che va fatta conoscere, attraverso un’informazione  costante e capillare, in modo da renderla più condivisa dall’opinione pubblica”.  



Proprio per diffondere il messaggio di Adisco, sabato sera si svolge un incontro presso l’Antica Masseria Rottacapozza (Ugento): sarà un’occasione di coinvolgimento sulla tematica della donazione, nel segno della solidarietà e della beneficenza. L’esecuzione di brani musicali di due grandi cantautori come Lucio Battisti e Lucio Dalla, anche grazie alla voce narrante di un originale comunicatore come il prof. Trifone Gargano dell’Università di Bari, farà vivere un momento emozionale che sensibilizzerà ancor di più i presenti su un argomento di particolare valore sanitario e sociale.



“Gli obiettivi generali e particolari che Adisco si propone - sottolinea il presidente Garrisi - sono indicati dallo Statuto dell’Associazione e iniziative come quella di Rottacapozza servono proprio per promuovere senso e finalità della donazione del sangue ombelicale, prezioso perché ricco di  cellule staminali emopoietiche utilizzate dalla medicina per curare diverse patologie del sangue, come leucemie e linfomi, ma anche talassemie e aplasie midollari, e altre ancora. Ma lo spettro dei nostri interventi è molto ampio e si manifesta attraverso il sostegno alla ricerca sulle staminali e il loro utilizzo clinico, al lavoro relativo all’uso non convenzionale del sangue di cordone ombelicale per la creazione di gel piastrinico e collirio, alle banche del sangue di cordone ombelicale e ai centri di ricerca anche nel settore delle malattie interessate alle procedure per i trapianti”.



La raccolta del sangue ombelicale viene effettuata attraverso il prelievo da un vaso del cordone, già trattato dal personale ostetrico dopo 1 minuto dalla nascita e mai prima. La sacca di cellule staminali così ottenuta, una volta verificata l’idoneità, viene trasferita in una delle 18 banche di sangue cordonale operanti in Italia.



“Per diventare donatrici - ricorda il dott. Garrisi - basta verificare se il proprio ospedale di riferimento è uno dei 270 centri di raccolta attivi nel Paese - alcuni di questi operano in Puglia e nel Salento - dove avviene il 64% dei parti totali in Italia. Fatta  la verifica, bisogna comunicare la propria decisione al referente della donazione per fissare un appuntamento per l’anamnesi familiare. La donatrice deve quindi sottoscrivere il proprio consenso informato (assieme al papà del nascituro), e dare la disponibilità a sottoporsi a un prelievo del sangue al momento del parto. E’ una procedura molto snella e tutto è a carico del Servizio Sanitario Nazionale. La donazione costa niente ma produce effetti positivi: è un atto di amore, una scelta solidaristica per fare del bene, tutelare meglio la salute di chi soffre e far progredire la ricerca su patologie complesse. Da medico e da presidente nazionale di Adisco ho avuto modo di incontrare moltissime donatrici le quali, quasi sempre, rendono testimonianza della loro esperienza con   parole che aprono il cuore: donare è bello e arricchisce anche chi dona”.  


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