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''Riva Luigi ’69 ’70 Cagliari ai dì dello scudetto'', in scena la leggenda di Rombo di Tuono, cannoniere d'Italia

A Koreja torna Cada Die Teatro. In scena un omaggio al ragazzo di Leggiuno che conquistò la Sardegna.

Luigi Riva, detto Gigi, calciatore e dirigente sportivo, nato il 7 novembre del 1944 a Leggiuno, comune italiano di poco più di 3.500 abitanti nel Varesotto. Considerato uno dei migliori calciatori italiani di tutti i tempi, nonché tra i più forti attaccanti nella storia del calcio. Ala sinistra del Cagliari dal 1963 al ‘76, squadra con la quale vinse uno scudetto nel 1970 e capocannoniere principe - 35 reti segnate su 42 partite giocate - della Nazionale italiana, con la quale vinse il campionato europeo nel 1968, a fine carriera aveva all’attivo 252 gol totali segnati.

Arrivato giovanissimo in Sardegna, Gianni Brera lo soprannominò “Rombo di Tuono”, per la sua potenza, l’ardore agonistico e le eccellenti capacità di goleador.

Ma Riva era molto di più che un eccellente “atleta”: allo sport riconosceva un'opportunità per costruirsi un futuro, per esprimere il proprio talento e sottrarsi a contesti difficili. Il calcio era, per lui, disciplina, sacrificio, ma anche sogno e identità, una strada che permetteva di trasformare le difficoltà in forza e di raggiungere traguardi altrimenti inaccessibili; un linguaggio universale per unire e ispirare, dando dignità e voce a chi, fuori da quel campo, spesso non ne aveva.

Domenica 3 novembre alle ore 18:30, atteso ritorno a Koreja per Cada Die Teatro, storica compagnia cagliaritana in scena con ''Riva Luigi ’69 ’70 Cagliari ai dì dello scudetto'', monologo, scritto e interpretato da Alessandro Lay che rende omaggio a un momento storico del calcio italiano e a Gigi Riva, a pochi giorni da quello che sarebbe stato il suo 80° compleanno.

Attraverso una narrazione che intreccia sport, storia e cultura popolare, lo spettacolo riporta il pubblico al 1969-1970, l’anno in cui il Cagliari, squadra simbolo della Sardegna, conquistò il suo primo e unico scudetto.


Lo spettacolo che fin dal suo debutto ha ricevuto consensi convinti da pubblico e critica, esplora non solo la grandezza di Riva, con il suo legame indissolubile con l’isola, ma anche la portata sociale e culturale di quella vittoria, che fu motivo di riscatto per un’intera comunità. La Sardegna di quegli anni, ancora marginale e distante dai riflettori nazionali, trova in quel successo calcistico una nuova identità e una forza collettiva che la unisce.

Nello spettacolo la vita del protagonista Alessandro Lay che all’epoca aveva 8 anni, si intreccia con la vita di Riva e con la geografia di una città e di un’isola che nel 1970 grazie alla sua presenza ebbe una grande occasione di riscatto. Attraverso immagini evocative, Lay celebra l’eroismo quotidiano e la passione calcistica come fenomeno popolare, rendendo omaggio al valore simbolico di una vittoria che trascende il campo di gioco per diventare parte della storia e dell'anima sarda.


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