Cronaca Tv/Radio Lecce 

«De Marco sapeva cosa fare, ha colpito sulle parti vitali»: la rabbia del papà di Daniele

Intervista in tv al papà di Daniele de Santis che, sulla proposta degli avvocati di disporre una perizia psichiatrica sul killer, accusa: «Ha agito consapevolmente»

«De Marco non è un infermo, ha ucciso mio figlio colpendo le parti vitali». A parlare ai microfoni de “La vita in diretta”  (clicca qui per il video) è il papà di Daniele De Santis, l’arbitro 33enne ucciso a coltellate insieme alla fidanzata Eleonora Manta la sera del 21 settembre. Un racconto pieno di dolore e di dettagli inquietanti che mettono in luce la forte premeditazione della terribile strage messa in scena da Antonio De Marco.

«Non mi dò una ragione di tutta questa rabbia che ha creato una mattanza -  racconta papà Fernando - Quella giorno io avevo visto Daniele alle 5 del pomeriggio, e la mamma aveva invitato lui e la fidanzata a rimanere a cena per mangiare una pizza. Forse era destino. 

Una volta a casa, ci aveva mandato una foto di Eleonora con i dolcetti in mano e mentre appendevano i quadri.

Fisicamente Daniele era un atleta – continua -  se non ci fosse stato l’effetto sorpresa io non so che fine avrebbe fatto quel mezzo scempio di ragazzino là.

Ho dovuto fare il riconoscimento di mio figlio: irriconoscibile, il cranio era fracassato. Neanche nella giungla tra i cannibali succedono queste cose». 

Poi il racconto di papà Fernando continua sul profilo di Antonio De Marco, il killer reo confesso, che nessuno avrebbe mai visto, nemmeno la sorella di Daniele, che quest’estate aveva trascorso alcuni giorni in quella casa.

«Personalmente io non ho idea di chi fosse e non l’ho mai visto. So solo che quest’estate la sorella Valentina ha dormito là ma non l’ha mai visto: si chiudeva in camera sua e con il caldo che faceva stava sempre chiuso, finestre, porte, non si sapeva se c’era o se non c’era.

Il fatto che andasse via era cosa gradita a Daniele. Quando usciva a volte sbatteva forte la porta d’ingresso e Daniele aveva chiesto di non sbatterla, ma lui nemmeno rispondeva, abbassava la testa e se ne andava. 

De Marco ha premeditato tutto, era un orario anomalo. Non è andato di notte perché sapeva che dietro la porta d’ingresso c’era un fermo. Una volta chiuso non era possibile entrare in casa nemmeno con le chiavi».

E a proposito della richiesta di perizia psichiatrica da parte degli avvocati di De Marco, il padre tende a sottolineare: «De Marco non è un infermo. mio figlio l’ha colpito sulle parti vitali: cuore, fegato, a differenza della ragazza che l’ha squadernata».


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