Economia e lavoro Veglie 

Settore nozze allo stremo, stilista dà fuoco ai suoi abiti per protesta

Il gesto di Pietro Demita, titolare del marchio Diamond Couture per richiamare l'attenzione delle istituzioni su un settore gravemente colpito dall'emergenza sanitaria

Ha deciso di bruciare alcuni dei suoi abiti da sposa: un gesto estremo per lanciare un segnale alle istituzioni in rappresentanza del mondo del wedding, colpito duramente dallo stop causato dalla crisi sanitaria e, ad oggi ancora senza una prospettiva certa per il futuro.

Lo stilista Pietro Demita, originario di Martina Franca, è proprietario del marchio Diamond Couture che ha il suo atelier a Veglie. (Il video)

Da qui lo stilista lancia il suo grido di protesta e la richiesta di un aiuto concreto: 

«Dopo le ultime disposizioni governative riguardanti la Fase 2 di questa emergenza, il mondo del wedding è stato letteralmente abbandonato! Non una data, non una citazione, non un aiuto per noi! - scrive- oggi brucio qui davanti al mio atelier dei capi della mia collezione Diamond Couture. Si tratta di un simbolo fortissimo di protesta che faccio a nome di tutti i produttori della mia categoria, ma anche a nome di tutti gli imprenditori che fanno parte del settore 'nozze', che sono tantissimi e che rischiano tutti di fallire. E' impensabile restare in piedi senza un aiuto economico vero, concreto, veloce e realmente libero da ogni burocrazia.

Noi amiamo l'Italia, amiamo e sosteniamo da sempre il Made in Italy, ma non siamo più disposti a farci massacrare economicamente. Siamo il cuore pulsante dell'Italia, siamo la parte produttiva che ci rende famosi nel mondo, abbiamo un orgoglio che ci è stato calpestato. Non lo permetteremo più! Do fuoco alle mie creazioni, al frutto del mio talento, all'arte delle mie mani, ma prima di me lo hanno fatto le decisioni economico-politiche».

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